Si dice che non esista cura contro il cancro, contro la sclerosi multipla e le altre malattie autoimmuni… ma sarà davvero cosi? O forse non esiste cura che possa consentire all’industria che c’è dietro la malattia del genere umano di prosperare e di proliferare!
La moderna storia della naturopatia e delle terapie naturali deve il suo attuale successo ad alcuni capostipiti seguenti Ippocrate a cui si ispira (indegnamente) la medicina allopatica moderna.
Ippocrate (circa 460 a.c. – 377 a.c.) |
Nel Diciannovesimo secolo, tuttavia, assistiamo ad un importante filone di “terapisti naturali” che segnano il percorso di quella che oggi viene impropriamente definita (perché non è l’alternativa ma la cura) “medicina alternativa”.
Assistiamo quindi, tra il Diciannovesimo secolo e la prima metà del Ventesimo secolo alla importante attività di “sperimentazione” e divulgazione di alcuni personaggi che sono pressoché sconosciuti ai nostri giorni in quanto fastidiosi. Allo stesso modo nascono importanti filoni di questa “cosiddetta” medicina alternativa (omeopatia, fitoterapia, ecc.).
Paracelso (1493-1541) |
Le importantissime deduzioni “ippocratiane”, tuttavia, sono da attribuirsi ad alcuni medici e/o personaggi vissuti proprio in questo periodo.
Il capostipite di quello che possiamo considerare come un “movimento naturista” e, conseguentemente, igienista è, probabilmente, il dott. John Henry Tilden (1851) che teorizzò per primo l’importanza della tossiemia nell’insorgenza della malattia. Seguiranno poi molti illustri nomi anche se pressoché sconosciuti. Tutti questi personaggi illuminati hanno una cosa in comune: la criticità verso la classe medica a cui essi stessi appartengono.
In ordine di nascita questi sono i più importanti personaggi che hanno creato i pilastri recenti della moderna terapia naturale di cui parlo nel mio libro: il prof. Arnold Ehret (1866), il dott. Max Gerson (1881), il dott. Herbert Shelton (1895), il dott. Rudolf Breuss (1899), la dott.ssa Katherine Kousmine (1904) e la dott.ssa Hulda Regher Clark (1928).
Max Gerson (1881-1959) |
Arnold Ehret (1866-1922) |
Breuss, invece, si sottopose alle cure di suoi illustri colleghi subendo ripetuti interventi chirurgici che non furono mai risolutivi. Fu quindi ritenuto un malato immaginario e per questo deriso dai suoi stessi colleghi. In seguito a questi episodi implementò quella che potrebbe essere una delle terapie più rapide ed indolori (a parte la sofferenza psicologica del digiuno) per guarire da patologie cancerose non in fase troppo avanzata in soli quarantadue giorni.
Tutti questi personaggi furono ostacolati o ignorati dalla medicina ufficiale. Gerson fu ucciso con l’arsenico ed Ehret fu, apparentemente, vittima di un “incidente” (descrivo queste tipologie di “incidenti” in maniera dettagliata nel mio libro). Sempre nel mio libro riporto oltre cinquanta rimedi o terapie osteggiate o ignorate da “Farmacina” e che elencherò in un post dedicato.
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